Come abbiamo più volte detto, l’amputazione è un evento traumatico per diverse ragioni, tra cui anche il fatto che cambia totalmente la vita della persona che è costretta a subirla.
Uno degli aspetti più difficili da accettare è la perdita dell’autonomia, indipendentemente dal fatto che l’amputazione riguardi un arto inferiore o superiore. La persona si confronta improvvisamente con nuove difficoltà nella gestione delle attività quotidiane, spesso provando sentimenti di smarrimento, impotenza e senso di colpa, soprattutto nel sentirsi un peso per i familiari e gli amici che le offrono supporto.
Tra le preoccupazioni più frequenti c’è la perdita della capacità di guidare. Il paziente si pone domande legittime come: “Potrò mai tornare a guidare?”, oppure “Una persona amputata, con l’aiuto di una protesi, può riprendere la patente e tornare al volante?”.
È fondamentale ricordare che l’amputazione non segna la fine della vita attiva. Al contrario, con l’adeguato supporto e gli adattamenti necessari, è possibile tornare a svolgere gran parte delle attività di prima, compresa la guida, restituendo alla persona amputata una buona parte della sua autonomia e indipendenza.
Tutti i pazienti amputati possono tornare a guidare?
Come dicevamo poc’anzi, tra le tante domande che sorgono spontanee a un paziente che ha subito l’amputazione c’è anche quella in merito alla possibilità di tornare nuovamente a guidare.
La domanda alla quale vogliamo rispondere è: tutti i pazienti che hanno subito un’amputazione di arto inferiore o superiore possono tornare a guidare oppure no? Per rispondere non possiamo che fare affidamento a quanto dice la legge in merito.
L’articolo 478 del regolamento italiano stabilisce le condizioni per l’accesso alla patente di guida per persone con minorazioni anatomiche o funzionali invalidanti. In particolare, il regolamento disciplina la possibilità di conseguire le patenti A e B per coloro che presentano limitazioni fisiche agli arti o alla colonna vertebrale. Se tali minorazioni sono corrette con protesi adeguate e non compromettono la sicurezza alla guida, non è necessario che il veicolo sia sottoposto a particolari adattamenti.
Tuttavia, il regolamento individua anche una serie di situazioni in cui, per garantire la sicurezza, sono richiesti adeguamenti speciali ai comandi del veicolo. Ad esempio, nel caso di perdita anatomica totale o parziale di un arto superiore, di una mano, o di tutte le dita, la normativa prevede che il conducente possa necessitare di specifici adattamenti per garantire il controllo del mezzo.
In particolare, la legge suddivide le diverse tipologie di menomazioni in base alla gravità e alla capacità residua di manovra: dall’amputazione di parti degli arti superiori fino alla perdita di funzionalità articolare, ossea o nervosa, ciascuna di queste condizioni viene attentamente valutata per determinare le modalità di guida più sicure. Analogamente, per le menomazioni agli arti inferiori, il regolamento distingue tra diverse tipologie di amputazioni o limitazioni funzionali, che richiedono l’utilizzo di protesi tollerabili ed efficienti per consentire la corretta manovra dei pedali, con eventuali adattamenti necessari per la sicurezza.
Un’altra importante disposizione riguarda coloro che presentano invalidità a più di due arti: in questi casi, la legge limita il rilascio della patente, consentendo comunque l’accesso a patenti specifiche (categoria F) per la guida di veicoli speciali, a condizione che ci sia una funzionalità residua sufficiente in almeno due arti.
Oltre alle chiare indicazioni della legge, un aspetto cruciale è la valutazione della Commissione Medica Locale, la quale detiene una certa autonomia nel giudicare la stabilità delle condizioni fisiche del candidato.
La valutazione di idoneità alla guida, dunque, viene effettuata caso per caso, considerando non solo l’eventuale necessità di protesi o adattamenti, ma anche l’evoluzione complessiva delle condizioni fisiche e la capacità del candidato di gestire il veicolo in totale sicurezza.
Patente speciale: approfondiamo
Chiarito cosa dice la legge in merito di patente speciali, un’altra domanda potrebbe sorgere spontanea: che cos’è una patente speciale e qual è l’iter da intraprendere per ottenere questa patente?
La patente speciale, o anche patente B speciale (BS), non è nient’altro che una patente che viene riconosciuta alle persone con mobilità ridotta e che gli permette comunque di guidare un auto e rendersi autonomi. Ovviamente per ottenere questa patente speciale è importante sapere da dove iniziare e il percorso da seguire.
Il paziente amputato deve recarsi presso la Commissione Medica Locale, l’ente incaricato di esaminare l’idoneità alla guida per una tipologia di persone, che decreterà le capacità fisiche, o meno, del candidato. Per iniziare è necessario prendere appuntamento con l’ASL e presentare un certificato medico che attesti il grado di disabilità dell’individuo. Successivamente la Commissione Medica Locale dovrà valutare il candidato e nel caso in cui dovesse annunciare l’idoneità dovrà rilasciare un certificato della validità di 90 giorni, solo in questo caso il candidato potrà sostenere gli esami teorici e pratici per ottenere la patente.
La patente BS ha una validità di 5 anni, ma nel caso di malattie degenerative, la commissione può stabilire controlli più frequenti sul conducente, prevedendo verifiche periodiche.
Come dicevamo poc’anzi infatti, non basta quanto detto dalla legge, per ottenere una patente speciale è sempre importante la valutazione svolta dalla Commissione Medica Locale.
Sono necessari gli adattamenti del veicolo per ottenere la patente speciale
Per ottenere l’idoneità alla guida, il soggetto che presenta disabilità deve occuparsi di attuare le modifiche necessarie al veicolo, modifiche che vengono stabilite dalla Commissione in sede di valutazione.
Questi adattamenti sono necessari per garantire che l’auto sia adatta alle capacità e alle esigenze del conducente. Per eseguire tali modifiche, è indispensabile rivolgersi a un centro di riparazione specializzato, competente in questo tipo di interventi. Solo un’officina con esperienza può installare correttamente l’equipaggiamento richiesto, assicurando così che il veicolo sia conforme alle norme di sicurezza e idoneo per l’uso da parte del conducente.