Dopo un’amputazione, e solo quando il paziente avrà recuperato le proprie forze fisiche, si apre la fase cruciale del percorso di riabilitazione. L’obiettivo principale in questa fase è fornire al paziente una protesi adeguata e avviare un programma strutturato che lo accompagni nell’apprendimento dell’uso del dispositivo. Questo percorso mira a restituire al paziente la capacità di camminare con la protesi e, soprattutto, a riconquistare la propria autonomia nella vita quotidiana.
La protesi rappresenta quindi un elemento essenziale per il recupero del paziente. Proprio per questo motivo, è fondamentale che venga progettata e realizzata su misura, tenendo conto delle caratteristiche fisiche, dello stile di vita e delle esigenze specifiche di ciascun paziente.
Per garantire che la protesi sia adeguata e funzionale, è indispensabile una valutazione accurata condotta da professionisti esperti. A tal fine, i professionisti del settore hanno identificato quattro livelli di mobilità1 che consentono di individuare i componenti della protesi più appropriati per ogni paziente. Questi livelli tengono conto delle capacità motorie del paziente al momento della valutazione, delle sue potenzialità di miglioramento e delle attività che potrà svolgere una volta completata la riabilitazione.
In questo articolo, vogliamo analizzare nel dettaglio cosa sono e quali caratteristiche definiscono questi quattro livelli di mobilità.
L’importanza delle protesi su misura per amputati
Le protesi rappresentano una soluzione concreta per il ripristino della funzionalità degli arti o il miglioramento della mobilità.
La progettazione di una protesi efficace richiede un’analisi approfondita delle abitudini quotidiane, delle necessità fisiche e delle aspettative del paziente, affinché ogni elemento sia perfettamente adattato al suo corpo e al suo stile di vita.
Il processo di realizzazione di una protesi inizia con un’attenta valutazione da parte di un team multidisciplinare, che include ortopedici, tecnici ortopedici, fisioterapisti e, in molti casi, psicologi. Per esempio, l’età del paziente gioca un ruolo chiave nella scelta dei materiali e del design della protesi: un bambino avrà bisogno di un dispositivo leggero e facilmente adattabile alla crescita, mentre un adulto potrà beneficiare di protesi più robuste e avanzate. Allo stesso modo, la protesi di una persona anziana, che potrebbe avere esigenze di comfort e stabilità, sarà progettata diversamente rispetto a quella di un individuo giovane e attivo.
Un fattore determinante nella scelta e nell’adattamento delle protesi è rappresentato dalle esigenze specifiche legate alle attività quotidiane. Per alcune persone, la priorità è poter camminare comodamente per lunghi periodi, mentre per altre è fondamentale avere una protesi che consenta di svolgere attività lavorative o sportive particolarmente impegnative. Questo implica un approccio altamente personalizzato nella selezione dei componenti, nella regolazione del dispositivo e nella formazione del paziente all’uso della protesi.
La formazione è infatti un elemento indispensabile del percorso protesico. L’utilizzo di una protesi richiede spesso un periodo di adattamento, durante il quale il paziente deve imparare a integrarla nei propri movimenti e a gestire eventuali limitazioni. Il supporto di fisioterapisti e specialisti in riabilitazione è essenziale in questa fase, non solo per aiutare a sviluppare le competenze necessarie, ma anche per prevenire problemi fisici, come dolori o posture scorrette, che possono derivare da un uso improprio della protesi.
Livelli di mobilità (K): cosa sono e perché sono importanti?
Per scegliere con precisione i componenti più adatti a ciascun individuo, i professionisti del settore hanno sviluppato un sistema di classificazione basato su quattro livelli di mobilità.
Questo sistema rappresenta uno strumento chiave per valutare le capacità motorie e le potenzialità di movimento di ogni paziente, offrendo una guida strutturata nella selezione delle soluzioni protesiche più adeguate.
I livelli di mobilità considerano una gamma di fattori, come l’ampiezza e la frequenza dei movimenti, il grado di indipendenza nelle attività quotidiane, e la necessità di supporto in situazioni specifiche2.
K1: Il paziente possiede la capacità o il potenziale per utilizzare una protesi esclusivamente per trasferimenti posturali o per la deambulazione a cadenza costante su superfici piane, limitatamente all’ambiente domestico.
K2: Il paziente possiede la capacità o il potenziale per deambulare sia in casa che all’esterno, anche su terreni irregolari, superando piccole barriere architettoniche, come quelle presenti nei giardini.
K3: Il paziente possiede la capacità o il potenziale per camminare a cadenza variabile, superando la maggior parte delle barriere architettoniche. Inoltre, la protesi viene utilizzata per attività terapeutiche o ricreative che vanno oltre la semplice deambulazione.
K4: Il paziente possiede la capacità o il potenziale per utilizzare la protesi in attività ad alto impatto energetico, ben oltre la semplice deambulazione. Questo livello di mobilità è tipico di bambini, atleti e adulti con uno stile di vita particolarmente attivo.
L’importanza di un approccio integrato nel periodo di riabilitazione post amputazione
La riabilitazione post amputazione è un processo complesso che richiede un approccio integrato per garantire il recupero funzionale, psicologico e sociale della persona. Dopo un’amputazione, il paziente si trova ad affrontare non solo difficoltà fisiche legate alla perdita di un arto, ma anche sfide emotive e pratiche, come l’adattamento a una protesi e il reinserimento nella vita quotidiana. In questo contesto, la collaborazione tra diversi professionisti è essenziale.
Un team multidisciplinare composto da medici, fisioterapisti, protesisti e psicologi lavora insieme per sviluppare un piano riabilitativo personalizzato. La fisioterapia mira a ristabilire forza e mobilità, mentre il protesista si concentra sull’adattamento e sull’ottimizzazione della protesi. Il supporto psicologico è fondamentale per aiutare il paziente a superare il trauma emotivo e a ritrovare fiducia in sé stesso.