Come si monitora e si valuta il progresso del paziente amputato durante il percorso di riabilitazione?

Tra le molte domande che i pazienti amputati spesso si pongono, una delle più rilevanti riguarda il monitoraggio e la valutazione del progresso durante il percorso di riabilitazione.

Il cammino riabilitativo per un paziente amputato di arto inferiore è infatti complesso e ricco di sfide, che vanno dall’accettazione della nuova condizione alla necessità di affrontare con pazienza un lungo e mirato percorso di riabilitazione. Questo percorso è essenziale per riacquistare piena autonomia e indipendenza, oltre che per reintegrarsi nella società e nelle relazioni preesistenti.

La valutazione e il monitoraggio del progresso dell’amputato sono dunque cruciali, sia per il team di professionisti che lavora in sinergia con il paziente, composto da medici fisiatri e fisioterapisti, sia per il paziente stesso, desideroso di capire quando potrà tornare alla vita quotidiana interrotta dall’amputazione.

Come ci ha spiegato il Dott. Marco Traballesi, medico fisiatra e coordinatore dell’equipe medica di Rehabile, esistono diversi criteri per valutare l’andamento del percorso riabilitativo.

Nei prossimi paragrafi esploreremo più a fondo questi criteri e altre informazioni utili per chi affronta questa condizione.

Il progresso del paziente amputato durante la riabilitazione: come si monitora?

Per garantire il corretto funzionamento e l’adattamento ottimale della protesi, il monitoraggio del paziente avviene attraverso visite e controlli regolari e costanti. Questi controlli non si limitano a valutare le condizioni fisiologiche del paziente, ma includono anche un’attenta analisi della protesi stessa.

La protesi è costituita da vari componenti, ciascuno dei quali può richiedere periodici aggiustamenti o sostituzioni per garantire una correzione sempre più precisa della postura del paziente. Durante le visite, il tecnico ortopedico potrebbe dover sostituire un componente con un altro, adeguandosi alle specifiche esigenze del momento. È fondamentale comprendere che l’uso continuativo della protesi da parte dell’amputato comporta con maggiore possibilità la necessità di ulteriori modifiche e correzioni. Pertanto, il follow-up periodico da parte del tecnico ortopedico diventa cruciale.

Oltre a monitorare la protesi, questi controlli sono essenziali per valutare lo stato del moncone, cioè l’estremità dell’arto amputato. È importante rilevare eventuali variazioni nel moncone e verificare la congruità dell‘invasatura, ossia la parte della protesi che si adatta all’arto residuo. Questi accertamenti permettono di individuare tempestivamente eventuali problematiche, prevenendo complicazioni e assicurando un comfort e una funzionalità ottimali per il paziente.

Il processo di monitoraggio continuo e i controlli regolari da parte del tecnico ortopedico sono quindi fondamentali non solo per l’efficienza e la funzionalità della protesi, ma anche per il benessere generale del paziente, garantendo un adattamento adeguato e una qualità della vita migliore.

Quali sono, dal punto di vista clinico, le scale di valutazione che si usano per monitorare il progresso del paziente amputato?

Dal punto di vista della ricerca clinica, esistono diverse scale di valutazione internazionali basate su un punteggio. Quando il medico utilizza una di queste scale per valutare un paziente, tutti gli operatori sanitari coinvolti nel trattamento del paziente possono comprendere rapidamente le sue capacità funzionali.

Queste scale misurano vari aspetti dell’uso della protesi da parte del paziente, come: l’uso quotidiano della protesi, il numero di ore di utilizzo, l’uso della protesi in carrozzina o durante la deambulazione, l’uso della protesi in ambienti domestici o esterni, e la capacità di camminare su terreni lisci o irregolari.

Viene inoltre valutato il rapporto affettivo-psicologico del paziente con la protesi, indagando se la tollera bene, se provoca dolore o fastidio. Si considerano anche le distanze percorse dal paziente: il medico calcola la velocità con cui il paziente riesce a coprire una certa distanza in un tempo predefinito. Una maggiore capacità di utilizzare la protesi si traduce in una maggiore velocità e un minore tempo di utilizzo per percorrere la distanza.

Le scale internazionali di cui abbiamo parlato possono essere utilizzate sia per pazienti che deambulano autonomamente sia per quelli che usano supporti come le stampelle o un deambulatore, poiché possono mostrare miglioramenti anche con l’uso di ausili.

È importante valutare anche i progressi dei pazienti che non hanno ancora una protesi. In questi casi, si misura quanto tempo riescono a stare in piedi in monopodalica tra le parallele. Questa valutazione aiuta gli specialisti a capire se il paziente è pronto per la protesi o se è necessario inserire nel programma di riabilitazione esercizi per migliorare la funzione assente. Ad esempio, se il paziente resiste poco in monopodalica, si adottano strategie riabilitative per aumentare questa capacità.

Infine, è fondamentale effettuare controlli frequenti per monitorare i progressi del paziente e prevenire l’abbandono della protesi in caso di difficoltà. Controlli regolari permettono di identificare e affrontare gli ostacoli, aiutando il paziente a proseguire nel percorso di recupero e riducendo i tempi di riabilitazione.

In Rehabile si monitorano i pazienti che hanno già svolto un percorso di riabilitazione presso l’Istituto? 

Rehabile è stata fondata con l’obiettivo di offrire un punto di riferimento sul territorio per le persone che hanno subito un’amputazione, fornendo loro un sostegno continuo e specializzato.

I pazienti di Rehabile sono persone che hanno già completato un percorso riabilitativo in altri centri e che solitamente sono già dotate di una protesi. Il centro accoglie tutti i pazienti, indipendentemente da dove sia stata realizzata la loro protesi, anche se provenienti da officine ortopediche diverse da Reha. L’obiettivo principale è lavorare direttamente sul benessere del soggetto. Ai pazienti che ricevono una protesi realizzata da Reha, vengono offerte due sedute gratuite iniziali, con lo scopo di far conoscere il tipo di lavoro svolto presso Rehabile e di evidenziare le potenzialità dell’approccio riabilitativo.

Generalmente, i pazienti seguono cicli di dieci sedute, con una frequenza di due volte a settimana. Qualora fosse necessario, è possibile integrare e aumentare il numero di sedute per rispondere meglio alle esigenze del paziente. Durante le sessioni in palestra, è sempre presente un team altamente qualificato composto dal Dott. Traballesi, tre terapisti e due tecnici ortopedici. Al termine di ogni ciclo, viene effettuato un controllo per valutare i progressi del paziente. L’Istituto contatta il paziente per verificare l’interesse a svolgere il controllo sulla protesi e su altri aspetti correlati. Se durante il controllo emergono problemi clinici, si procede con una visita medica approfondita.

In sintesi, Rehabile si propone come un punto di riferimento stabile e affidabile per i pazienti che hanno già completato un percorso di riabilitazione presso l’Istituto, offrendo loro un supporto continuo e personalizzato per migliorare la loro qualità di vita.

Contattaci e affidati all’esperienza trentennale del Dott. Traballesi e della sua equipe di specialisti.

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