Con il passare degli anni sono stati fatti molti progressi nel campo medico, nonostante ciò, una delle operazioni che si rivela essere tra le più traumatiche è ancora molto frequente, stiamo parlando dell’amputazione di un arto o di una parte di esso.
Nel seguente articolo vogliamo affrontare con voi questo delicato argomento andando per step. Prima parleremo dell’amputazione e delle cause che potrebbero portare a questo intervento e poi proseguiamo parlando della protesi. Infine, parleremo di come i professionisti di Reha Group mettono in atto un percorso riabilitativo e di addestramento alla protesi per aiutare il paziente ad introdursi nel contesto sociale e familiare con maggiore facilità e naturalezza.
Oggi, grazie ai progressi medico-scientifici e anche tecnologici, in campo di protesi, questo tipo di intervento chirurgico non viene più visto come la soluzione finale al problema ma come l’inizio di un percorso di ritorno alla vita.
In cosa consiste l’amputazione
L’amputazione consiste nell’asportazione chirurgica o nella perdita di un arto o di una parte di esso e può avvenire per diverse ragioni, vediamone di seguito alcune:
- l’amputazione chirurgica, prevede un’operazione eseguita da un’equipe medica. Spesso si ricorre a questa operazione per ovviare a patologie o forti dolori dovuti a traumi importanti. Questa amputazione a volte è necessaria anche per prevenire ed impedire l’estensione di malattie gravi come i tumori maligni. È importante specificare che l’amputazione chirurgica può essere, programmata, ovvero il medico chirurgo, dopo una serie di attente valutazioni e consulti medici, decide di intervenire con l’operazione, o d’urgenza, in questo caso la possibilità della ripresa funzionale dell’arto amputato è secondaria, perché la vita del paziente è a rischio e l’equipe ha bisogno di eseguire nel più breve tempo possibile l’intervento;
- la perdita traumatica dell’arto avviene a causa di numerosi eventi come, incidenti stradali, infortuni sul lavoro, calamità naturali e altre circostanze sfortunate. In questi casi possono verificarsi due probabili situazioni, la perdita istantanea dell’arto o di una sua parte, oppure, l’amputazione chirurgica d’urgenza;
- l’amputazione spontanea, può verificarsi o in seguito ad un forte trauma o in seguito alla cancrena. Una condizione di cancrena porta all’amputazione spontanea dell’arto o una parte di esso.
Qualsiasi siano le cause, l’amputazione è sempre un momento traumatico nella vita di un paziente che è costretto ad affrontare cambiamenti radicali. Anche se nella medicina l’amputazione di un arto o di una sua parte è sempre vista come l’ultima delle opzioni da valutare, oggi l’amputazione viene considerata come l’inizio di un programma che consente al paziente un ritorno ad una nuova normalità nel più breve tempo possibile.
La protesi: cosa è importante sapere a riguardo

Come accennato all’inizio dell’articolo, si è parlato dei progressi raggiunti in ambito medico-scientifico e di bioingegneria e di come questi abbiano permesso oggi la realizzazione di protesi all’avanguardia che aiutano il paziente, che ha subito un’amputazione, a riprendere il funzionamento del moncone.
Il moncone, o anche più specificamente moncone d’amputazione, è l’estremo di un arto amputato. Quest’ultimo, deve presentare alcune condizioni specifiche affinché possa adattarsi nel miglior modo possibile alla protesi, vediamone alcune:
- il moncone deve essere non dolente;
- il moncone deve essere pronto a sopportare direttamente o indirettamente le pressioni della protesi;
- il moncone deve presentare la giusta lunghezza e con una buona mobilità per poter esercitare un’efficace azione di leva;
- il moncone deve mostrarsi adeguatamente vascolarizzato;
- il moncone deve avere una forma regolare per poter accogliere al meglio la protesi.
Adesso facciamo un passo indietro e cerchiamo di comprendere cos’è una protesi, qual è il suo principale funzionamento e come questa possa aiutare il paziente a riappropriarsi della sua autonomia e indipendenza.
La protesi è un dispositivo che viene utilizzato per compensare la mancanza di un arto, sia esso superiore che inferiore o una parte di esso. Il paziente che ha subito un’amputazione, come più volte sottolineato, subisce un trauma non solo a livello fisico ma anche psicologico e la protesi ha un ruolo di fondamentale importanza perché permette al paziente di ritrovare la sua dimensione e di conseguenza il suo benessere.
Tre sono le componenti della protesi, vediamole di seguito nel dettaglio:
- l’interfaccia: la protesi si attacca al moncone o attraverso il contatto diretto con la pelle o tramite un’interfaccia a cuscinetto che ha lo scopo di proteggere la pelle e/o in altri casi di rendere maggiormente uniforme la parte finale del moncone per far aderire meglio la protesi.
- le componenti strutturali: ogni protesi comprende l’invaso, ovvero una componente in resina, carbonio o fibre di vetro in cui è contenuto il moncone, le appendici ovvero mano, piede e le articolazioni come ad esempio spalla, ginocchio e così via. Infine, vi sono i moduli di collegamento che connettono le appendici e le articolazioni all’invaso.
- la copertura: questa è una componente opzionale che viene decisa dal paziente nel caso in cui quest’ultimo volesse far apparire la protesi il più naturale possibile.
Noi di Reha Group abbiamo un team di professionisti altamente specializzato nella realizzazione di protesi di arto inferiore e superiore su misura per le esigenze del paziente.
Amputazione e riabilitazione post intervento

Il percorso riabilitativo del paziente, che si è sottoposto o ha subito, successivamente ad un trauma, un amputazione di arto inferiore, che sia transfemorale o transtibiale, è di fondamentale importanza per tornare ad avere una propria indipendenza e riacquisire la fiducia necessaria per tornare a vivere una vita che indubbiamente comporterà nuove abitudini e difficoltà.
Il contesto sanitario attuale, in Italia, non prevede ancora un percorso integrato che offra al paziente un servizio coordinato tra struttura ospedaliera, struttura riabilitativa e centro di realizzazione della protesi. Nel momento in cui viene dimesso dall’ospedale, il paziente può iniziare un percorso in un centro di riabilitazione, che dura 25 giorni.
Il percorso erogato dal SSN prevede una serie di fasi.
La prima fase è quella che si conclude in ospedale. In questo periodo lo scopo è quello di controllare l’edema e l’effettiva rimarginazione della ferita del moncone.
La seconda fase o fase pre-protesica, viene svolta nel centro di riabilitazione e prevede una terapia di compressione con lo scopo di ridurre i tempi di stabilizzazione del moncone e la precoce verticalizzazione del paziente. In questo periodo si verificano frequentemente i cambiamenti somatici del moncone.
La terza fase o fase protesica, inizia in media venti giorni dopo l’operazione. In questo periodo il paziente è pronto alla protesizzazione che lo accompagnerà per tutta la prima fase della riabilitazione. La protesi temporanea, in questo primo percorso di riabilitazione, verrà controllata periodicamente per monitorare se continua a soddisfare e rispondere alle esigenze del paziente.
Reha Group, alla luce di tutto questo, è la realtà che integra le varie strutture coinvolte nel trattamento del paziente amputato. Il paziente sarà seguito in modo completo, sin dalla prima fase in ospedale, con lo scopo di istruirlo alla protesi e permettergli di concludere al meglio la prima parte del percorso ed essere pronto per la realizzazione e l’uso della protesi definitiva.