Percorsi di riabilitazione specifici per il paziente amputato

L’amputazione di un arto costituisce un momento sicuramente difficile e delicato nella vita del paziente coinvolto.

I motivi dell’asportazione di un arto o di parte di esso sono molteplici e diverse possono essere le caratteristiche della stessa. In un precedente articolo di questo blog abbiamo già affrontato il tema dell’amputazione e della riabilitazione dopo amputazione.

Quello che andremo ad affrontare oggi invece è un approfondimento sull’approccio riabilitativo del paziente amputato di arto inferiore. Nel nostro centro di riabilitazione a Roma ci occupiamo infatti della riabilitazione dopo amputazione di arto inferiore con la forza di una squadra sinergica di medici, tecnici ortopedici, fisioterapisti e terapisti occupazionali.

Amputazione, protesi e riabilitazione

Sommariamente possiamo riassumere i motivi di amputazione di uno o entrambi gli arti inferiori per problemi vascolari, traumatici o oncologici. Altrettanto sommariamente possiamo elencare le macro categorie di protesi dell’arto a seconda del livello in cui è stata la resezione:

  • Protesi parziali o totali di piede
  • Protesi transtibiali (a livello della gamba)
  • Protesi transfemorali (a livello della coscia)
  • Protesi per disarticolazione d’anca
  • Protesi per emipelvectomia

E’ possibile però avere un quadro più dettagliato leggendo il nostro precedente articolo “La riabilitazione del paziente amputato“.

La fisioterapia non inizia con l’amputazione ma, quando questa avviene per un intervento programmato, già nelle fasi precedenti l’operazione. Il protocollo riabilitativo auspicabile per i pazienti amputati si compone infatti di quattro fasi fondamentali:

  1. Preoperatoria;
  2. Postoperatoria e preprotesico;
  3. Riabilitazione per l’uso della protesi;
  4. Ritorno alla vita sociale,lavorativa, sportiva e successivi follow-up.

La riabilitazione della persona amputata dovrebbe essere sostanzialmente un processo volto a ripristinare in qualche modo l’integrità del corpo, a reintrodurre con la protesi le funzioni dinamiche dell’arto inferiore rimosso e aiutare il paziente così a gestire le attività di vita quotidiana e reinserirsi nella società.

Questo processo richiede necessariamente un lavoro di squadra multidisciplinare per un programma riabilitativo più efficace possibile.
Nel nostro centro di fisioterapia per amputati a Roma ci concentriamo sulla fase di allenamento all’uso della protesi e sulle fasi successive che permettono al paziente amputato di reinserirsi agilmente nella vita sociale e lavorativa grazie ad un team polispecialistico in grado di seguire sia lo sviluppo di una adeguata protesi, sia la necessaria rieducazione all’uso della stessa.

paziente amputato

La fisioterapia in fase preoperatoria, postoperatoria e preprotesica

Fare fisioterapia prima dell’operazione non sempre è possibile poiché alcune amputazioni sono di causa traumatica o i pazienti che vi sottopongono non sono in grado di seguire un protocollo di esercizi.

Auspicabilmente in questa fase devono essere valutati il range di movimento articolare (ROM), la forza muscolare e la sensibilità, al fine di lavorare sul potenziamento o mantenimento dello stato di salute muscolare e articolare.

Successivamente all’operazione, la priorità è sicuramente la guarigione della ferita e la cura del moncone. Il lavoro riabilitativo si concentra sulla riduzione del dolore e dell’edema, la prevenzione di contratture e/o accorciamenti muscolari. L’equilibrio alterato dei muscoli dell’arto amputato contribuisce alla formazione di contratture. Nei pazienti con amputazione sopra il ginocchio (transfemorale) per esempio si possono creare accorciamenti in flessione, abduzione e rotazione esterna dell’anca. È necessario quindi mantenere il ROM articolare e la forza muscolare in modo che al momento di utilizzare la protesi non ci siano impedimenti ad una ripresa rapida e funzionale.
Nei pazienti che hanno subito invece una amputazione bilaterale, è importante rafforzare i muscoli del tronco, indipendentemente dal livello di amputazione in modo che abbiano un controllo molto preciso del proprio equilibrio.

Negli amputati transfemorali e transtibiali ad ogni modo bisogna concentrare l’approccio riabilitativo su esercizi di rinforzo dell’anca per la gestione dell’equilibrio.
La gestione del dolore invece passa attraverso la mobilizzazione dei tessuti, le mobilizzazioni articolari, esercizi di cauta attivazione muscolare. Possono anche essere fatti esercizi di propriocezione e mirror therapy per reintegrare la nuova immagine corporea e gestire il dolore da arto fantasma (che sembra provenire effettivamente dall’arto amputato), presente in l’80% dei pazienti dopo l’operazione.

paziente amputato che cammina fisioterapia

Riabilitazione all’uso della protesi e ritorno alla vita quotidiana

Nel momento in cui viene consegnata la protesi e il medico ha concesso il carico, si può iniziare la riabilitazione del cammino. Fa parte della formazione non solo imparare a mettere e togliere correttamente la protesi e pulire le sue componenti, ma anche a mantenere l’igiene del moncone per evitare dermatiti.

All’inizio il paziente potrà portare la protesi per un paio di ore al giorno per abituare il moncone e la pelle dello stesso, per poi aumentare gradualmente il tempo di mantenimento.
Nella riabilitazione dopo l’amputazione di arto inferiore, si procede infatti per gradi, prima insegnando al paziente a stare in piedi suddividendo adeguatamente il proprio carico, poi a camminare con un ausilio e infine senza aiuti. Infatti il primo percorso che il paziente fa camminando è con il supporto delle parallele, ma appena impara un corretto schema del passo, caricando correttamente sulla protesi, il fisioterapista lo spingerà all’uso di deambulatore e canadesi. Questo tipo di percorso ha un decorso graduale e può durare fino a un anno intero ma di solito si raggiunge una discreta autonomia già nei primi mesi: tendenzialmente i pazienti con amputazione transfemorale hanno bisogno di un po’ più tempo per raggiungere un cammino senza ausili.

Accanto al lavoro in piedi per il cammino, si continua anche un lavoro di recupero funzionale della muscolatura flesso estensorea.

Lo scopo della fisioterapia per l’uso della protesi non solo è insegnare al paziente a muoversi in autonomia trasferendo correttamente il carico sulla protesi, ma anche ridurre il più possibile la fatica nel cammino, poiché è dimostrato che la persone con amputazione di arto inferiore, transfemorale o trastibiale, hanno un maggiore dispendio energetico durante la deambulazione.
Man mano che il paziente migliora poi, potrà modulare i propri obiettivi insieme al team di nostri professionisti: reinserirsi nella vita lavorativa o dedicarsi allo sport per esempio.

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