Quali sono le prospettive a lungo termine per i pazienti che hanno subito un’amputazione di arto inferiore in termini di mobilità e qualità della vita?

L’amputazione oltre a suscitare numerose paure, lascia spesso i pazienti con molte domande riguardanti sia l’intervento stesso che il periodo successivo. I dubbi su se, quando e come potranno tornare a camminare, e su come cambierà la loro vita dopo l’amputazione, sono del tutto comprensibili e legittimi. È fondamentale che queste preoccupazioni trovino risposte adeguate, per consentire ai pazienti di affrontare consapevolmente il percorso di recupero e riabilitazione necessario per ritrovare autonomia e qualità di vita.

In questo articolo, esploreremo le diverse categorie di pazienti che si trovano ad affrontare un evento così delicato e impegnativo. Inizieremo con una distinzione tra i pazienti giovani che hanno subito traumi o incidenti, i pazienti oncologici, e gli anziani, che spesso affrontano maggiori difficoltà a causa delle patologie preesistenti.

Dopo aver analizzato le diverse tipologie di pazienti, discuteremo le cause che influenzano l’aspettativa e la qualità della vita degli amputati. La perdita di un arto comporta non solo una limitazione fisica, ma anche un impatto significativo sulla qualità della vita.

Infine, parleremo dell’importanza del supporto psicologico e sociale per i pazienti amputati.

Distinzione per causa di amputazione tra pazienti giovani, tumorali e anziani

Innanzitutto bisogna fare una distinzione per età e causa di amputazione. Infatti,  una volta compreso il funzionamento della protesi, un giovane tendenzialmente non incontrerà grossi ostacoli nel continuare le sue attività quotidiane in autonomia, inclusa la pratica dell’atletica leggera. La protesi non dovrebbe rappresentare un impedimento significativo, permettendogli di mantenere uno stile di vita attivo e dinamico.
Per i pazienti tumorali, la situazione dovrebbe essere simile a quella dei giovani con traumi, ma con alcune considerazioni aggiuntive. La capacità di adattarsi alla protesi e di svolgere le attività quotidiane dipenderà molto dall’età del paziente, dalla specifica patologia e dalle terapie necessarie. Se il paziente tumorale è giovane e in buone condizioni fisiche, le prospettive saranno più positive rispetto a un paziente più anziano o con una malattia più avanzata. La principale differenza tra un giovane e un paziente tumorale risiede nelle condizioni di salute preesistenti e nel tipo di trattamenti medici richiesti.

Per gli anziani, la situazione è più complessa a causa delle condizioni di salute generalmente più fragili. La causa dell’amputazione è spesso legata a diabete o vasculopatie, il che comporta la presenza di altre patologie che complicano ulteriormente la situazione. Anche se un anziano può essere mobile, tende ad avere una minore attività rispetto ai giovani, il che aumenta il rischio di complicazioni sia sull’arto amputato che sull’arto controlaterale, oltre a problemi cardiologici o cerebrali. La minore mobilità e la presenza di polipatologie rendono più difficile l’adattamento alla protesi. Finché non ci sono nuovi episodi e la salute generale rimane buona, l’uso della protesi è possibile.

Tuttavia, più che l’età, è lo stato complessivo di salute del paziente a determinare le aspettative e la qualità della vita dopo l’amputazione.

Da cosa dipende l’aspettativa e la qualità della vita per un paziente amputato?

L’aspettativa e la qualità della vita di un paziente amputato sono influenzate da una serie di fattori complessi e interconnessi. Tra i più rilevanti ci sono l’età del paziente, la causa dell’amputazione, l’anamnesi clinica e altri aspetti specifici della condizione individuale. Tuttavia, l’elemento cruciale che incide in maniera preponderante sulla qualità della vita è il grado di attività fisica e impegno nella riabilitazione.

In particolare, uno dei fattori determinanti è il livello di mobilità del paziente. Se il paziente tende a restare inattivo e passare gran parte del suo tempo a letto, è probabile che la qualità della vita diminuisca significativamente. Un basso livello di attività fisica porta a una riduzione dell’uso della protesi e, di conseguenza, a una maggiore dipendenza dalla sedia a rotelle. Questo comportamento riduce le probabilità di riprendere la deambulazione e riacquistare una piena autonomia.

Il Dott. Traballesi, esperto nel campo della riabilitazione per pazienti amputati, sottolinea l’importanza di un’attività fisica regolare per evitare un declino della qualità della vita e per mantenere il benessere generale. Egli consiglia vivamente di indossare la protesi e di impegnarsi in camminate e spostamenti regolari, piuttosto che limitarsi a brevi movimenti all’interno dell’abitazione. È essenziale uscire e percorrere tragitti più lunghi per migliorare il tempo trascorso in movimento e favorire un recupero efficace.

Durante i periodi di maltempo, quando le condizioni esterne possono rendere difficile l’attività all’aperto, il Dott. Traballesi suggerisce di cercare spazi chiusi e ampi, come centri commerciali, dove il paziente può muoversi liberamente e compiere percorsi abbastanza lunghi senza essere ostacolato dalle intemperie.

In ogni caso, è importante evitare di limitarsi a movimenti brevi e ripetitivi all’interno di spazi ristretti. Tali attività non contribuiscono in modo significativo al miglioramento della mobilità e non offrono il necessario allenamento per il recupero della funzionalità motoria. Solo un impegno costante nella riabilitazione e una regolare attività fisica possono realmente aiutare il paziente a riconquistare la propria indipendenza e a raggiungere un buon livello di benessere.

Quanto sono importanti il supporto psicologico e sociale per il benessere del paziente amputato?

Il supporto psicologico e sociale riveste un’importanza cruciale per il benessere del paziente amputato, andando ben oltre la mera riabilitazione fisica. Dopo un’amputazione, il paziente affronta non solo una sfida fisica ma anche un profondo impatto emotivo e psicologico, che può includere sentimenti di perdita, depressione e isolamento.

Il supporto psicologico aiuta a gestire questi sentimenti, facilitando l’adattamento alla nuova realtà e promuovendo una visione positiva del futuro.

Allo stesso modo, il supporto sociale, che include l’interazione con familiari, amici e gruppi di sostegno, contribuisce a mantenere una rete di supporto essenziale per la motivazione e l’integrazione sociale. Insieme, questi due elementi possono significativamente migliorare la qualità della vita del paziente, favorendo un recupero più completo.

Dopo aver subito un’amputazione di arto inferiore vuoi tornare ad avere la tua autonomia e indipendenza e ritrovare il tuo benessere? Affidati ai professionisti di Rehabile.  

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